Arcobaleno e M.S.L.V., due future associazioni di volontariato pensate dai Generatori

È ancor presto per affermare che il progetto Generatori ha prodotto piante con radici solide. Di sicuro ha seminato bene e i germogli promettono bene. L’iniziativa di OPES, da quando è entrata negli istituti di secondo grado e nei centri sportivi per incontrare migliaia di giovani tra i 14 e i 19 anni, ha insegnato ai teenager italiani a guardare la realtà con il filtro giusto: gli occhi. Lo sguardo di un teenager non può rimanere focalizzato sullo schermo di uno smartphone, ma deve essere guidato al di là di quel display, perché oltre quella forma rettangolare c’è la vera vita. Per fare breccia nel cuore e nelle coscienze delle future generazioni e per catturare la loro attenzione, il progetto Generatori ha utilizzato un grimaldello di parole ed immagini che sono state mescolate alla nuda e cruda verità. Così è stato stimolato un target che solo apparentemente è sembrato distante anni luce dal comprendere espressioni come bene comune, cittadinanza attiva e mettersi al servizio della comunità e del proprio territorio.

 

Mese dopo mese, incontro dopo incontro, i formatori hanno compreso che sotto quella brace, all’apparenza composta da indifferenza, apatia, disinteresse generale e noia perenne, c’era una fiamma. La formazione a distanza, con ogni probabilità, è stata come quell’alito di vento o di aria che ha permesso a quel fuoco di ravvivarsi. Il percorso extracurriculare di 20 ore, infatti, oltre a permettere ai futuri 500 Generatori di buone pratiche di apprendere tutte quelle nozioni necessarie a dare vita ad iniziative o campagne di volontariato, ha consentito ai giovani di fare networking. Nell’epoca del coronavirus e delle piattaforme sociali che abbattono le distanze, i ragazzi e le ragazze hanno potuto gettare le basi delle loro associazioni. Alcuni studenti dell’Istituto Lattanzio di Roma, ad esempio, hanno unito le loro idee e sono passati alla fase progettuale. Il loro intento è quello di dare vita a due associazioni di volontariato che operano nei settori dell’assistenza e della lotta all’inquinamento.

 

Gabriele Iannarelli, Simone Ye e Federico Cavallaro, insieme ad altri 5 coetanei, sono pronti a lanciare “Arcobaleno”, un’associazione di promozione sociale che punta a ridurre il gap informatico tra anziani e future generazioni. Avvezzi alle app e ai software e a proprio agio con il mondo digital, i giovani promotori di Arcobaleno vorrebbero insegnare i rudimenti dell’informatica a quelle persone con più di 70 anni d’età, che non sono in grado di installare un software, effettuare pagamenti online, evitare truffe come il phishing o eseguire una scansione antivirus.

 

Se ci sono dei giovani che mettono le loro skills, conoscenze e abilità al servizio della comunità, ci sono anche altri teenager che si battono per degli ideali. Marco Amici, Simone Peretti, Lorenzo Merafina e Valerio De Cesaris, seguendo forse le orme dell’attivista svedese Greta Thunberg, vogliono rendere l’Italia un posto più pulito ed ecosostenibile. La loro associazione “M.S.L.V. – Manteniamo Salva La Vita” – tra le altre cose le lettere M S L V sono anche le iniziali dei loro nomi – mette da parte l’ego per far fiorire l’eco. Partendo dalla pulizia delle spiagge, delle strade e delle foreste, i quattro baldi adolescenti vogliono salvaguardare la flora e la fauna.

 

Arcobaleno e MSLV, a breve, potrebbero donare al Terzo Settore nuova linfa, uno slancio vitale. I loro promotori, invece, rappresentano il futuro dell’Italia che considera il volontariato una colonna portante del sistema Paese.

 

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